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BENESSERE ANIMALE

29/02/2020

In un'epoca non sospetta, nessuno di noi, si sarebbe mai interrogato se i prodotti alimentari acquistati al supermercato derivassero da un allevamento sano.

Fortunatamente i tempi sono cambiati e sono stati fatti notevoli passi in avanti sulle strutture di allevamento con una progressiva eliminazione della stabulazione fissa (diffusa in passato dai nostri nonni dove gli animali occupavano sempre lo stesso spazio ed erano legati ad una rastrelliera).

Oggi una prima risposta arriva dal CReNBA – Centro di Referenza Nazionale per il Benessere Animale - che ha sviluppato alcuni protocolli con l’obiettivo di valutare lo stato di benessere animale dei nostri allevamenti italiani.
Le aziende che scelgono di aderire a questi protocolli, hanno il diritto di comunicare al consumatore il “benessere animale in allevamento” direttamente nelle confezioni dei prodotti alimentari da loro venduti.
Il disciplinare CReNBA genera un punteggio aziendale in base ad una check list che prende in considerazione vari fattori: management aziendale e personale, strutture ed attrezzature, biosicurezza e valutazioni sullo stato di salute degli animali.
E’ proprio su quest’ultimo punto che gli ispettori preposti al controllo si soffermano ad analizzare il livello di soddisfacimento dei bisogni fisici dell’animale (libertà di accesso alle mangiatoie, agli abbeveratoi e alle aree di riposo), il livello di paura dell’animale rispetto all’umano e il livello di pulizia del pelo.

​​​​​​​E’ scientificamente provato che ad una migliore condizione fisica dell’animale corrispondono migliori prestazioni produttive ed una maggiore qualità dei prodotti.
In altre parole, il benessere animale conviene a tutti!
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Un ricordo, nella foto a lato, dove la mungitura veniva eseguita a mano e gli animali erano legati. Una realtà vissuta dalle nostre precedenti generazioni.